Mancino magico. Occhi di ghiaccio, implacabili, un po’ come la sua percentuale di KO: 85,70%, ossia 12 incontri su 14 disputati conclusi prima del limite. Compete nella divisione di peso più calda del momento, dopo le unificazioni intense e adrenaliniche portate a compimento dal volto del pugilato mondiale, Canelo Alvarez.
Stiamo parlando di Ivan Zucco, campione italiano dei pesi supermedi, che tornerà a combattere il 19 dicembre nella sua Verbania, contro Giorgi Gujejiani, prima di difendere la cintura azzurra contro lo sfidante ufficiale, Alessandro Goddi.
Gli abbiamo fatto qualche domanda per farci raccontare in prima persona come sta vivendo questo rientro, con un occhio di riguardo verso quello che sarà il suo futuro nel pugilato nel nuovo anno 2022.
Come sta andando la preparazione per questo match? Pur essendo un incontro di rientro, sui social media ti vediamo sempre concentrato e carico.
“Mi sto tenendo in match-shape già da settembre. Sono davvero carico, al massimo. Per tutti i tipi di match, che siano di rientro o titolati, sono sempre pronto. Credo che la disciplina sia fondamentale, la base di tutto nella vita. Sto cercando anche di valorizzare la mia immagine di atleta, oltre il pugilato, per crescere sotto quell’aspetto. Mi è sempre piaciuto fare azioni positive per il sociale: ho creato dei braccialetti il cui ricavo verrà dato in beneficenza ad un’associazione che si occupa di animali, ad esempio. Ma non è che lo faccio per avere visibilità. Son cose che facevo già prima di essere campione d’Italia, quando ero poco conosciuto. Mi entusiasma aiutare gli altri”
Come svilupperai il match contro Giorgi Gujejiani?
“Non ho una strategia per il mio avversario. So che ha la guardia destra, normale diciamo, e ciò mi favorisce, preferisco gli avversari così perché son loro che hanno un problema coi mancini come me. In realtà voglio fare una bella prestazione per arrivare carico alla difesa del titolo italiano che farò nei primi mesi del 2022, contro Alessandro Goddi.”
Esatto, la tua difesa del titolo italiano dei pesi supermedi, che hai già difeso contro Crivello a fine luglio nella Verbania Boxing Night. Dopo quella vittoria, su cosa avete lavorato con il tuo team?
“Dopo il match con Crivello abbiamo continuato a lavorare sempre seguendo il nostro programma usuale di strenght & conditioning, ma ci stiamo focalizzando un po’ di più sull’esplosività della parte inferiore del corpo. Dal punto di vista tecnico, c’è una gran differenza tra Crivello e Goddi. Crivello è un attendista, gioca di rimessa, Goddi invece è più aggressivo, picchiatore, e ci stiamo preparando per surclassarlo da un punto di vista tecnico invece di andare alla battaglia, come spesso mi piace fare!”
Ecco, tra il pubblico e gli addetti ai lavori si sa che tu hai il cosiddetto pugno pesante. Si tratta di una tua dote naturale o è qualcosa che hai allenato negli anni?
“Il pugno o ce l’hai o non ce l’hai. Puoi stimolare la reattività del muscolo a produrre una forza rapida in breve tempo, puoi lavorare tanto in palestra con panca ed esplosività, però una componente di genetica innata c’è ed è innegabile. Comunque, io mi vedo più come un demolitore ad alto volume che un detonatore improvviso: i miei sono tanti, tanti pugni che ti fanno crollare il palazzo poco alla volta, non sono ordigni che esplodono all’improvviso. Certo, a volte mi capita di buttare giù one shot gli avversari, ma non puoi cercare il KO come unica strategia”.
Ultima domanda: come immagini il tuo futuro nel pugilato, dopo il match contro Goddi?
“Dopo il match con Goddi, voglio uscire dall’Italia, andare fuori. Combattere per un titolo internazionale. Certo, valuterò col mio management i vari step da prendere, ma voglio fare un incontro di qualità. Ne dico una così: il titolo Europeo dei supermedi è stato lasciato vacante, e adesso si sfideranno Jack Cullen e Kevin Sadjo nel sottoclou di Parker contro Chisora… chissà! Intanto vincerò domenica, poi c’è la sfida con Goddi. Poi valuteremo.”
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